Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Il Trattato di non-proliferazione nucleare

Il Trattato di non-proliferazione (Non-Proliferation Treaty – NPT) rappresenta, a tutt’oggi, l’unico strumento di portata globale in materia di  disarmo e non-proliferazione nucleari. Entrato in vigore nel 1970 per una durata iniziale di 25 anni, è stato esteso a tempo indefinito nel 1995, e conta tra i suoi Stati Parte 191 Paesi, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, dotati dell’arma nucleare (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito).

Le norme di questo fondamentale strumento ruotano attorno a tre pilastri: disarmo, non-proliferazione e usi pacifici dell’energia nucleare. L’art. VI costituisce il cardine della norma sul disarmo, impegnando ogni Stato parte al perseguimento di negoziati su misure efficaci per la cessazione della corsa agli armamenti e per l’eliminazione degli arsenali nucleari, nonché su un trattato di disarmo generale e completo sottoposto a controllo internazionale efficace.

Alla non-proliferazione si riferiscono gli articoli I e II, con i quali i Membri dell’NPT si impegnano a non trasferire, ricevere o produrre armi e altri ordigni nucleari, né a offrire o chiedere assistenza per la loro produzione.

L’art. IV, infine, garantisce il diritto di ogni Stato parte ad accedere alla produzione e uso pacifico dell’energia nucleare nonché alla cooperazione internazionale ad essi finalizzata, che può comprendere scambio di materiali, equipaggiamento e informazione scientifica e tecnologica.

Tra le altre disposizioni del Trattato sono da segnalare gli articoli III e VIII. Il primo incarica l’Agenzia Internazionale sull’Energia Atomica (International Atomic Energy Agency – IAEA) di negoziare e stipulare con i Membri dell’NPT le norme di salvaguardia, tese a prevenire l’utilizzo per scopi bellici di tecnologie e capacità nucleari, e verificarne l’attuazione. L’art. VIII afferma il diritto di qualsiasi raggruppamento di Stati di stipulare strumenti regionali che creino zone libere da armi nucleari (Nuclear-Weapon-Free Zones – NWFZ). A oggi tali zone esistono nelle seguenti aree: America Latina e Caraibi (stabilita con il Trattato di Tlatelolco, 1967); Pacifico meridionale (Trattato di Rarotonga, 1985); Asia sudorientale (Trattato di Bangkok, 1995); Africa (Trattato di Pelindaba, 1996); e Asia centrale (2006). Nel 1995 i Membri dell’NPT adottarono una risoluzione che esortava gli Stati del Medio Oriente a compiere passi concreti per l’istituzione di una zona libera dalle armi di distruzione di massa (nucleari, chimiche, biologiche), e i restanti Membri dell’NPT, in particolare quelli in possesso di armi nucleari, a cooperare a tale fine, ad oggi ancora non realizzato.

 

Ogni cinque anni una Conferenza di Riesame (Review Conference – RevCon), che si tiene all’ONU a New York, verifica lo stato di attuazione dell’NPT e valuta i progressi effettuati nell’ambito dei suoi tre pilastri. La decima, presieduta dall’Argentina, si è tenuta al Palazzo di Vetro dal 1 al 26 agosto 2022. Essa si è conclusa senza l’adozione di un documento finale consensuale, soprattutto per il mancato accordo della Russia sulle parti del testo riguardanti i rischi nucleari connessi con la crisi in Ucraina.

Tali Conferenze hanno anche il compito di elaborare raccomandazioni per azioni future; in tale senso, ad esempio, la Conferenza del 2010 ha rivestito particolare importanza, data l’adozione di un Piano d’azione che molti speravano avrebbe ridato impeto all’attuazione del Trattato, dopo il mancato accordo su un documento finale di sostanza alla Conferenza precedente (2005). Il Piano d’azione del 2010 contiene 64 raccomandazioni per il concreto avanzamento degli obiettivi dell’NPT, con particolare enfasi sulle disposizioni relative al disarmo, che includono misure sulla riduzione e totale eliminazione degli arsenali atomici; sulle garanzie di non-utilizzazione di armi nucleari contro Paesi che non ne siano possessori (dette Garanzie negative di sicurezza – Negative Security Assurances, NSAs); sui test nucleari e sulla gestione del materiale fissile. In una sezione distinta, il documento già incaricava il Segretario Generale dell’ONU di convocare durante il 2012 la Conferenza sulla zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, “cui dovranno partecipare tutti gli Stati [della Regione]”. Esso decide anche la nomina di un facilitatore incaricato di assistere nell’attuazione di tale raccomandazione, anche attraverso consultazioni con tutte le parti rilevanti.

La partecipazione italiana al trattato

L’Italia annette primaria importanza al Trattato di non-proliferazione e all’attuazione delle sue disposizioni, che restano il cardine del regime globale per il disarmo e la non-proliferazione nucleari, e un riferimento fondamentale per lo sviluppo di applicazioni pacifiche dell’energia nucleare. Per l’Italia, qualsiasi progresso nell’attuazione del Trattato deve tenere in considerazione il rapporto di interdipendenza e rafforzamento reciproci che lega i suoi tre pilastri. In tal senso, uno degli obiettivi primari è ancora rappresentato dalla piena, completa ed equilibrata attuazione delle misure concrete contenute nel Piano d’azione del 2010.

Il contributo italiano verso il raggiungimento di un mondo più sicuro e libero dalle armi nucleari, in linea con l’articolo VI dell’NPT, si muove secondo direttrici molteplici e complementari.

Riguardo alla cosiddetta “Campagna Umanitaria”, l’Italia condivide la preoccupazione per le conseguenze catastrofiche associate all’uso di armi nucleari; per questo, essa sostiene un approccio volto a rafforzare l’NPT secondo un processo incrementale e sinergico tra i suoi tre pilastri, fondato sul principio di stabilità internazionale e il cui obiettivo ultimo sia un disarmo efficace, verificabile e irreversibile.

L’Italia si impegna costantemente per la creazione di condizioni appropriate per l’attuazione dell’articolo VI del Trattato, ponendo l’accento su elementi condivisi. In tale ottica, essa, insieme ad altri 25 Paesi, si è associata alla dichiarazione presentata dall’Australia durante la Conferenza di riesame del 2015.

Convinta che disarmo e non-proliferazione non possano essere dissociati, l’Italia ha partecipato al Gruppo di esperti governativi incaricato di elaborare raccomandazioni su possibili aspetti di un Trattato sulla messa al bando della produzione di materiale fissile per armi nucleari e altri ordigni esplosivi nucleari (FMCT). Come altri, essa ritiene che questa tematica sia matura per l’inizio di un processo negoziale all’interno della Conferenza del Disarmo, in attesa del quale anch’essa appoggia una moratoria sulla produzione di materiale fissile.

Altre priorità perseguite dal nostro Paese includono: la tempestiva entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – CTBT); la piena attuazione di un sistema di garanzie negative di sicurezza; l’universalizzazione dei Protocolli Addizionali AIEA in materia di verifiche e salvaguardie. Infine, l’Italia si è anche costantemente adoperata per contribuire a far avanzare l’obiettivo della convocazione di una Conferenza sull’istituzione della zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, sulla base di un processo consensuale, con la partecipazione di tutti gli Stati della Regione e di intese liberamente assunte tra gli stessi.

 

Principali interventi dell’Italia

Primo Comitato Preparatorio per la Conferenza di riesame del 2026 (Vienna, 31 luglio – 11 agosto 2023): Dibattito generale; Cluster I; Cluster II; Cluster III (Amb. Bencini).

X Conferenza di riesame (New York, 1 – 26 agosto 2022): Dibattito generale (Amb. Massari), Main Commitee I (Amb. Bencini), Main Committee II (Amb. Bencini), Main Committee III (Amb. Bencini).

Terzo Comitato Preparatorio (New York, 29 aprile – 10 maggio 2019): Dibattito generaleCluster ICluster II – generaleCluster II – questioni regionaliCluster III (Amb. Gianfranco Incarnato)

Secondo Comitato Preparatorio per la Conferenza di riesame del 2020 (Ginevra, 23 aprile – 4 maggio 2018): Dibattito Generale (Amb. Gianfranco Incarnato, 23 aprile); Cluster I (26 aprile); Cluster II, questioni generali (27 aprile); Cluster II, questioni regionali (30 aprile); Cluster III, usi pacifici (1 maggio)

Primo Comitato Preparatorio per la Conferenza di riesame del 2020 (Vienna, 2-13 maggio 2017): Dibattito Generale (Amb. Vinicio Mati, 3 maggio); Cluster I (Amb. Vinicio Mati, 4 maggio); Cluster II, questioni generali (Amb. Vinicio Mati, 8 maggio); Cluster II, questioni regionali (Amb. Vinicio Mati, 9 maggio)

IX Conferenza di Riesame (New York, 27 aprile- 22 maggio 2015): Main Committee I (Amb. Vinicio Mati, 4 maggio; Conseguenze umanitarie delle armi nucleari (Australia – discorso congiunto, 30 aprile); Dibattito generale (Senatore Benedetto Della Vedova, 27 aprile)

Terzo Comitato Preparatorio (New York, 28 aprile – 9 maggio 2014): Cluster III (Amb. Vinicio Mati, 5 maggio); Cluster II (Amb. Vinicio Mati, 1 maggio); Dibattito generale (Amb. Vinicio Mati, 28 aprile)

 

Documenti e risorse utili

Tenth NPT Review Conference

2020 NPT Review Conference: Second Session of the Preparatory Committee (2018)

2020 NPT Review Conference: First Session of the Preparatory Committee (2017)

Non-Proliferation Treaty

Final Document and Plan of Action of the 2010 NPT Review Conference

Final Document of the 2000 NPT Review Conference (with the 13 practical steps)

Resolution on the Middle East (1995)

International Atomic Energy Agency (IAEA)

Reaching Critical Will

Arms Control Association: The Nuclear Non-Proliferation Treaty at a Glance