Collegamento ufficiale al testo dell’intervento: https://www.quirinale.it/elementi/140831
Collegamento video all’intervento: https://www.youtube.com/watch?v=NGVqcxPVkfo
Astana, 30/09/2025
Signor Presidente dell’Agenzia,
Magnifico Rettore,
gentili Professori,
care studentesse e cari studenti,
rivolgo un saluto al Signor Ministro, alle altre Autorità presenti, e desidero rivolgere a tutti voi un saluto molto cordiale e ringraziare il Rettore di questa prestigiosa Accademia per aver voluto ospitarmi in occasione della mia presenza ad Astana.
Con grande piacere ho accolto l’invito del Presidente Tokayev a svolgere una visita ufficiale in Kazakhstan, collegandomi a quella – graditissima – da lui svolta a Roma nel gennaio dell’anno passato.
Oggi mi trovo in un Paese amico dell’Italia e con cui vantiamo un partenariato strategico significativo per la sua portata e per l’ampiezza delle potenzialità che ancora può dischiudere e che è comune intendimento di Astana e Roma esplorare.
La frequenza dei contatti tra i nostri Paesi si è intensificata, anche ai più alti livelli.
Ad Astana si tenuto il primo storico vertice del formato Italia-Asia Centrale, co-presieduto proprio dal Presidente Tokayev e dal Presidente del Consiglio italiano Meloni, con la partecipazione di tutti i leader dell’area.
Si è trattato di una tappa di assoluto rilievo nelle nostre relazioni e di un appuntamento che ha dimostrato l’attenzione con cui la Repubblica Italiana guarda all’Asia centrale, una regione la cui importanza è stata riconosciuta in modo crescente negli ultimi anni, sotto una molteplicità di motivi e di profili.
Il rafforzamento del nostro partenariato, anche nella sua declinazione su scala regionale, potrà contribuire a cogliere le opportunità che ne derivano e, insieme, aiutare ad affrontare eventuali difficoltà.
Viviamo oggi più che mai in un’era di conflitti e tensioni che travalicano ampiamente i confini non soltanto nazionali e regionali, e mettono in discussione, nell’ordine globale, principi e regole universali, che pensavamo di poter dare per acquisite.
Vi sono fenomeni di vasta portata, quali il cambiamento climatico, l’avanzamento della desertificazione, la transizione energetica, il tema cruciale della sicurezza alimentare, che impongono una riflessione e un’azione concertata dell’intera comunità internazionale.
Temi che vedono la Repubblica del Kazakhstan particolarmente attenta agli sviluppi nel mar Caspio: il Centro di ricerche voluto per monitorare gli sviluppi nell’area è un’iniziativa di particolare importanza.
Sarebbe velleitario immaginare che singoli Stati siano in grado di attuare soluzioni efficaci su fenomeni di così vasta portata, prescindendo dalla collaborazione con gli altri Paesi.
Italia e Kazakhstan condividono la responsabilità di contribuire a percorsi di dialogo e che aiutino a mantenere la pace e la stabilità, a promuovere lo sviluppo nel rispetto dei principi di giustizia, equità, solidarietà, leale collaborazione.
In tale spirito, apprezziamo pienamente il costante riferimento delle istituzioni kazake alla centralità della Carta delle Nazioni Unite e dei suoi valori, quale bussola per affrontare ogni crisi e ogni conflitto da una prospettiva equilibrata e costruttiva.
Il percorso della Repubblica del Kazakhstan dall’indipendenza è eloquente, a partire dalla scelta di rinunciare agli ordigni nucleari esistenti sul suo territorio e di aderire al Trattato di non proliferazione e di messa al bando degli esperimenti nucleari. Una scelta di pace e di civiltà.
La comune adesione ai valori del multilateralismo e la condivisa volontà di operare per rendere più efficaci le organizzazioni in cui si esprimono sono elementi che contribuiscono a consolidare il dialogo tra Astana e Roma.
L’amicizia sincera che unisce i nostri Paesi e i nostri popoli non si riverbera soltanto nel dialogo istituzionale in continua crescita, ma interpella le rispettive società civili, nell’ambito del rapporto bilaterale, con significativi risultati sul terreno culturale e sul piano economico e commerciale con cifre di assoluto rilievo.
L’Italia è oggi il primo partner commerciale del Kazakhstan in Europa, con un ruolo di punta in alcuni comparti strategici come quello della sicurezza energetica, sempre più cruciale in una fase storica che ci pone davanti all’enorme sfida della transizione energetica, indispensabile per assicurare la dimensione ambientale della sostenibilità, nell’interesse delle future generazioni.
Infrastrutture, trasporti, costruzioni, settore estrattivo costituiscono ambiti di lavoro congiunto, che investono anche l’Unione europea e rivestono assoluta priorità per sviluppare la connettività intra e trans-regionale e rafforzare e consolidare il ruolo già storico del Kazakhstan come “ponte” tra Europa e Asia.
La cultura è un esempio della nostra fiorente cooperazione.
L’Italia ha scelto Almaty come sede del primo Istituto Italiano di Cultura in tutta l’Asia Centrale: sono certo che questo contribuirà ad approfondire sempre più la reciproca conoscenza delle antiche quanto affascinanti radici che sono alla base delle nostre tradizioni e del nostro patrimonio culturale, linguistico e archeologico.
Si tratta di scambi che non potranno che arricchirci reciprocamente e avvicinarci ulteriormente, come in maniera esemplare ha dimostrato già decenni fa l’esperienza del grande intellettuale Abai Qunanbaiuly, padre della letteratura kazaka.
Dal confronto con le influenze culturali esterne egli non solo distillò una sintesi della moderna identità kazaka, ma colse stimoli a riscoprire con maggior profondità i valori talvolta dimenticati della cultura del suo popolo.
È significativa in tal senso la sua affermazione: “l’Occidente è diventato il mio Oriente”, con cui voleva significare che l’incontro con l’altro gli aveva da un lato risvegliato un amore verso l’identità di un popolo, dall’altro mostrato come tutta l’umanità nell’arte si interroghi davanti alle stesse questioni fondamentali che abitano il cuore di ogni uomo.
Tutte queste proficue interazioni tra istituzioni, imprese, realtà economiche e accademiche nonché – per restare nell’alveo dell’istituzione che oggi cortesemente mi ospita – amministrazioni pubbliche dei rispettivi Paesi, hanno un punto focale: le persone.
E proprio questo fondamento, nel contesto del rapporto tra i nostri popoli, tra i nostri cittadini, studenti e amministratori, mi fa apprezzare il vostro invito a questo incontro.
Le pubbliche amministrazioni giocano un ruolo determinante nel soddisfacimento dei bisogni pubblici e nel perseguimento degli obiettivi della collettività.
La persona al centro dell’attività della pubblica amministrazione è alla base delle scelte democratiche operate dai nostri Paesi.
La Pubblica Amministrazione si avvale in modo determinante di una attività diretta a formare un’entità di persone competenti, preparate, imparziali, capaci di esprimere uno spirito indipendente nella loro attività, per assicurare il principio dell’eguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge, la tutela dei diritti, il soddisfacimento dell’interesse pubblico.
Appena pochi giorni fa, ricevendo a Roma, nel Palazzo del Quirinale, i nuovi dirigenti, vincitori dell’ultimo concorso bandito dalla Scuola Nazionale italiana dell’Amministrazione, ho voluto ricordare come la Pubblica Amministrazione sia motore di cambiamento e non di placida autoconservazione.
Un corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione si riflette su quello dell’intero Sistema Paese, e quindi anche sul suo sviluppo e sulla sua competitività in un contesto internazionale che è sempre più complesso.
Una solida, continua e costante formazione della dirigenza amministrativa, che fornisce ai funzionari gli strumenti necessari a rendersi interpreti capaci di indirizzare il cambiamento, è essenziale a questo scopo.
È evidente come la digitalizzazione e le nuove tecnologie costituiscano sempre più una componente imprescindibile delle nostre società e del loro modo di vivere, senza distinzioni di latitudine o di appartenenza geografica.
La loro portata è amplificata dalla globalizzazione, dai grandi investimenti nel settore e dalle esigenze di modernizzazione avanzate dei cittadini.
In particolare, l’intelligenza artificiale ha un impatto sempre più rilevante sulla nostra vita quotidiana, rendendo necessarie, quanto urgenti, una maggiore consapevolezza e preparazione.
Tutto questo, naturalmente, senza che intervengano fenomeni di emarginazione digitale, dovuti alla imposizione alla popolazione di percorsi che, in nome dell’efficienza, lungi dal favorire, limitino l’accesso della popolazione ai servizi.
Sulle cosiddette tecnologie si giocano, infatti, molte partite per il nostro futuro: tutela dei diritti dei cittadini, sicurezza, crescita socio-economica, equilibri geo-strategici.
Fra i molteplici settori nei quali l’intelligenza artificiale dischiude straordinarie opportunità a beneficio degli utenti, delle imprese e degli stessi lavoratori, vi è proprio quello della Pubblica Amministrazione. Essa può infatti permetterci di raccogliere effetti positivi.
Tutto ciò, avendo in mente che l’Intelligenza artificiale è un ausilio tecnico, che ogni decisione deve essere in capo a un essere umano, le cui competenze e capacità devono poter essere valorizzate dall’impiego di strumenti all’avanguardia, non rimesse a un algoritmo.
L’intelligenza artificiale rappresenta innovazione che riscrive le regole del sistema ed è capace di trasformare i nostri modi di organizzare, di lavorare, di vivere.
Tuttavia non è un soggetto. Non esiste un’etica delle macchine, bensì l’etica di chi le governa e, con essa, governa la competitività dei Paesi con ripercussioni sociali, economiche e geopolitiche.
Kazakhstan e Italia avvertono la necessità di conoscere, approfondire e soprattutto saper governare tali fenomeni, sfruttandone le potenzialità al servizio di un’Amministrazione più efficiente e accessibile, che possa favorire e accompagnare al meglio l’attività istituzionale e quella privata.
In un recente intervento del Presidente Tokayev ho colto – e ho notato con interesse – i riferimenti proprio alla digitalizzazione, al ruolo dell’intelligenza artificiale e alla loro integrazione nei processi di governance, amministrativi e di sviluppo economico sostenibile e condiviso. Ne emerge un senso di consapevolezza delle priorità e delle sfide del presente. Non posso che condividere l’osservazione per cui – il Presidente Tokayev l’ha fatta – “essere parte del nuovo ordine tecnologico richiede una ristrutturazione del sistema dell’amministrazione, incrementandone trasparenza, efficienza e la centralità umana che ne deve ispirare ogni processo”.
La vostra Accademia, così come la Scuola Nazionale dell’Amministrazione italiana, è chiamata a svolgere un ruolo centrale in questa cornice, reso particolarmente complesso dal fatto che esse hanno un compito “a monte”, di formazione e guida dei quadri chiamati alla gestione di questi processi.
L’investimento nella formazione del personale della Pubblica Amministrazione è del resto un investimento a beneficio del Paese che lo opera, e non può limitarsi soltanto alle fasi iniziali della professione, ma deve accompagnarla lungo tutto il suo svolgimento.
Soltanto amministrazioni moderne potranno essere in grado di sostenere nel modo migliore l’azione dei Governi, favorendo l’adozione di politiche con basi solide.
L’internazionalizzazione richiede la adozione di linguaggi, di buone pratiche, di prassi comuni, da parte delle Amministrazioni pubbliche dei vari Paesi. Anche qui appare il valore delle esperienze di collaborazione regionale.
Auspico che si possa in futuro, anche in questo settore, porre a confronto le esperienze, unire sempre più gli sforzi per mettere quanto più possibile a sistema le competenze e le eccellenze che connotano i nostri sistemi e le nostre Pubbliche Amministrazioni. Kazakhstan e Italia, insieme.