Federalimentare: Nutriscore fuorviante, penalizza il Made in Italy
Vacondio: “I sistemi di etichettatura che pretendono di classificare gli alimenti conducono a scelte meno salutari e non rispettano la dieta mediterranea”
Federalimentare ribadisce ancora una volta la sua contrarietà verso ogni sistema di etichettatura degli alimenti che discrimini alcuni cibi rispetto ad altri tramite colori, lettere, segnali di avvertimento o qualsiasi forma di classificazione.
Questi sistemi, che siano i “semafori” inglesi, il “Nutriscore” francese, o gli ottagoni neri adottati dal Cile e dal Perù, non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme. Gli scienziati e i nutrizionisti più autorevoli, infatti, sono concordi nel sostenere che una buona dieta si ottiene attraverso un’alimentazione varia e bilanciata, con un’appropriata assunzione di tutti i nutrienti. I sistemi di etichettatura a colori, invece, tendono a scoraggiare il consumatore dall’acquisto di tutti i prodotti ricchi in sale, grassi saturi o zuccheri, bollandoli come nocivi per la salute. Tra questi prodotti figurano tutti i cibi più tipici della tradizione italiana e della dieta mediterranea, malgrado la loro indiscutibile qualità.
Un esempio lampante è l’olio extravergine d’oliva, penalizzato per i grassi nonostante le sue numerose proprietà benefiche, come il potere antiossidante o l’attività di prevenzione dei disturbi cardiovascolari. Nonostante ciò, l’olio EVO nel Regno Unito è marchiato con il semaforo rosso, in Cile con un segnale di pericolo per la salute e in Francia riceve dal “Nutriscore” un giudizio inferiore a quello assegnato all’olio di colza.
“Tutti i principali indicatori della salute classificano l’Italia tra i Paesi più sani nel mondo, a partire dalla longevità. – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Uno dei motivi principali di questo stato di grazia è la nostra alimentazione basata sulla dieta mediterranea, la cui salubrità è certificata da 50 anni di studi. Al contrario, un algoritmo come quello su cui si basa il Nutriscore, non può vantare basi scientifiche consolidate negli anni solide al punto da suggerire alle popolazioni di modificare drasticamente le proprie abitudini alimentari” – ha concluso il presidente.
Federalimentare rimane dunque favorevole a un modello di etichettatura che offra al consumatore tutte le informazioni necessarie per compiere una scelta consapevole, senza tuttavia volerne influenzare le decisioni “suggerendo” un prodotto, o una categoria di prodotti, a scapito di un altro.
Per tutte queste ragioni, Federalimentare ribadisce il suo no ad ogni sistema di etichettatura che divida i cibi in buoni e cattivi cercando di influenzare le scelte dei consumatori, perché oltre a distorcere il libero mercato e la libera concorrenza e oltre a penalizzare tutte le principali eccellenze del made in Italy, non favoriscono affatto la salute dei cittadini.