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Sottosegretario Tripodi a Dublino per la Conferenza sulla protezione dei civili dalle armi esplosive nelle aree popolate

Il Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi, ha partecipato a Dublino alla Conferenza che ha adottato la dichiarazione politica sul rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi esplosive nelle aree popolate (EWIPA). Alla Conferenza hanno preso parte oltre 60 Stati, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per il disarmo, il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, esponenti della società civile, inclusi vittime e sopravvissuti EWIPA. La dichiarazione adottata rappresenta un significativo successo diplomatico ed un forte impegno politico per la protezione dei civili attraverso misure, politiche e pratiche volte a diminuire le sofferenze della popolazione civile tramite la limitazione nell’uso di armi esplosive in aree urbane.

Nel suo intervento, il sottosegretario ha sottolineato come il Governo italiano attribuisca profondo valore a questo processo, che si inserisce nel solco del tradizionale impegno del nostro Paese a sostegno dei diritti dell’uomo e della protezione dei civili, così come di una compiuta attuazione del diritto internazionale umanitario, quali precondizioni di una diplomazia per la pace.
“L’impegno che assumiamo oggi qui a Dublino risuona come un monito di prim’ordine nella complessa congiuntura internazionale che il mondo attraversa, caratterizzata dal convergere di sfide trasversali per natura e implicazioni e aggravata dalla vergognosa guerra di aggressione scatenata dalla Federazione russa ai danni dell’Ucraina. Un conflitto che impone ancora una volta ai civili un costo elevatissimo, oggi e negli anni a venire, che somma l’atrocità delle sofferenze umane all’entità della distruzione di beni e infrastrutture funzionali alla sopravvivenza e allo sviluppo di intere comunità.” – ha detto Tripodi. – “Tutto questo ci chiama ad abbracciare senza riserve l’imperativo etico e umanitario, alla base di quello giuridico, di prevenire o mitigare gli effetti che derivano ai civili dall’utilizzo indiscriminato di ordigni esplosivi in aree popolate, in ossequio ai principi cardine del diritto internazionale.”