Il Consiglio Diritti Umani, organo sussidiario dell’Assemblea Generale, con sede a Ginevra, è stato creato nel 2006 in sostituzione della Commissione per i Diritti Umani, con il compito di promuovere il rispetto universale e la protezione dei diritti umani, di intervenire in caso di loro violazione e di favorire il coordinamento delle strutture operanti nel sistema delle Nazioni Unite.
Il Consiglio è composto da 47 stati membri (13 dall’Asia-Pacifico, 13 dall’Africa, 8 dall’America Latina, 7 del Gruppo Europeo Occidentale e 6 dall’Europa Orientale), eletti a rotazione dall’Assemblea Generale per un periodo di tre anni, rinnovabili non più di due volte consecutive. Il Consiglio si riunisce a Ginevra in 3 sessioni ordinarie l’anno (febbraio/marzo, giugno/luglio e settembre/ottobre) per almeno 10 settimane di lavori (nel 2021 e nel 2022 si è registrato un notevole aumento delle attività, articolatesi in circa 13 settimane), cui si aggiungono le sessioni speciali dedicate a singole questioni urgenti e convocate su richiesta di almeno 1/3 dei membri.
Pur essendo un organo di rappresentanti governativi, esso è aperto al contributo delle ONG aventi status consultivo ECOSOC, che possono partecipare alle sedute e presentare documenti scritti. Per realizzare il proprio mandato, il Consiglio dispone di diversi “meccanismi”, in particolare l’Esame Periodico Universale o UPR (Universal Periodic Review) e le Procedure Speciali (Relatori Speciali, Esperti Indipendenti). Inoltre, il Consiglio ha istituito la procedura per reclami individuali (Complaint Procedure) e numerosi organi sussidiari, tra cui il Comitato Consultivo, i Gruppi di Lavoro inerenti l’attuazione della Dichiarazione e del Programma d’Azione di Durban contro il razzismo, il diritto allo sviluppo, le compagnie private militari e di sicurezza, nonché i Fori sulle questioni sociali, sulla democrazia e sullo stato di diritto, sui diritti delle minoranze e sulla tutela dei diritti umani nel quadro delle attività economiche.
Anche nel Consiglio Diritti Umani, l’Italia conduce un’ampia azione in favore della promozione e protezione dei diritti e delle libertà fondamentali nel mondo, che costituisce un pilastro della nostra politica estera. L’azione dell’Italia si fonda sui principi etici e i valori della democrazia e del rispetto della persona espressi nella Costituzione e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nonché sulla convinzione che il rispetto dei diritti umani sia essenziale per rafforzare la sicurezza internazionale e promuovere lo sviluppo.
L’impegno dell’Italia è ispirato a una linea di dialogo e apertura, rispettosa delle diversità culturali e basata sui principi dell’universalità, indivisibilità e interdipendenza dei diritti e delle libertà fondamentali, con specifica attenzione ai diritti economici, sociali e culturali e al pieno coinvolgimento della società civile e delle organizzazioni non governative.
L’azione dell’Italia a tutela dei diritti umani nel mondo si caratterizza per una particolare attenzione a: campagna per una moratoria universale della pena di morte; promozione dei diritti delle donne e delle ragazze, ed in particolare le campagne contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni infantili, precoci e forzati; tutela e promozione dei diritti dei bambini; tutela della libertà di religione e credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze religiose.
Allo stesso tempo, l’Italia è impegnata rispetto a una pluralità di ulteriori iniziative in materia di protezione e promozione dei diritti umani, in linea con gli obblighi assunti a livello internazionale in tema di sostegno dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. In modo non esaustivo, si ricordano lotta contro il razzismo, la xenofobia e tutte le forme di intolleranza, incluso l’antisemitismo; il contrasto alle discriminazioni, incluse quelle basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere; promozione dei diritti delle persone con disabilità; educazione ai diritti umani; promozione della democrazia e dello stato di diritto; promozione della libertà di opinione e di espressione; questioni connesse alle tematiche migratorie.