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Intervento dell’Italia in occasione del Dialogo Interattivo con il Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, nell’ambito della 52ma sessione del Consiglio Diritti Umani

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Il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Ambasciatore Vincenzo Grassi, è intervenuto oggi nell’ambito del Dialogo interattivo sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, nel quadro della 52ma sessione del Consiglio Diritti Umani.

L’Italia resta profondamente preoccupata per la situazione dei diritti umani in Afghanistan e in particolare per le violazioni dei diritti delle donne e delle ragazze, tra cui il diritto all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento, che rappresentano un inaccettabile tentativo di cancellarle da tutte le sfere della vita pubblica“, ha dichiarato il Rappresentante Permanente dell’Italia, aggiungendo che “la decisione discriminatoria delle autorità de facto di vietare alle donne di lavorare nelle ONG costituisce un grave ostacolo alla fornitura di servizi di base, aggravando ulteriormente la situazione di milioni di afghani già colpiti da una terribile crisi umanitaria“. Nel ricordare gli obblighi internazionali dell’Afghanistan, anche in base alla Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, il Rappresentante Permanente ha inoltre sottolineato che le autorità de facto dovrebbero immediatamente ripristinare l’accesso all’istruzione a tutti i livelli per le donne e le ragazze e revocare tutte le altre misure discriminatorie che hanno un impatto negativo sulle famiglie, sulle comunità e sul Paese nel suo complesso, minando la capacità dell’Afghanistan di intraprendere il percorso verso una pace sostenibile e lo sviluppo economico e sociale.

L’Amb. Grassi ha altresì espresso la profonda preoccupazione dell’Italia per la situazione di milioni di bambini in Afghanistan, privati di servizi essenziali, tra cui l’assistenza sanitaria di base, l’istruzione, l’acqua e i servizi igienici, mentre molti di loro continuano ad essere uccisi e mutilati dalle mine e da altri ordigni esplosivi bellici.

Leggi l’intervento integrale.